Parigi, un contratto, una notte di stelle.

Vibrazioni, viaggi.

Un lunghissmo viaggio mi contraddistingue.

In fondo ho sempre sognato di viaggiare e quando non mi era possibile, ovvero quasi sempre, mi affidavo ai sogni. Immaginavo di passare un Natale a Rio de Janeiro, magari anzi, un inverno intero. Ogni inverno era così, lo stesso sogno di Rio si ripeteva.

Fuggivo.

Dalle mie responsabilità, che più tardi si sarerebbero poi invece presentate, puntuali eccome.

Ai tempi, quasi trenta anni fa mi era consentito fuggire, sognare, immaginare mondi lontani e magari migliori.

Ricordo come fosse ieri, una sera di allora, di quando avevo più o meno venticinque anni…

Ero appena uscito sconfortato da una riunione, di un gruppo di acquisto formato da una decina di parrucchieri, un gruppo che sulla bergamasca andava di gran voga allora. Il mio “preventivo” di fornitura di attrezzatura, non era stato accettato, fu per me uno smacco terribile. Avevo preparato con cura il mio campionario di forbici, pettini, becchi e altri attrezzi, in modo ineccepibile, avevo sicuramente gli articoli migliori e per questo più cari.

Proprio perché più cari, fui scartato. Scelsero la merce meno cara, di altri miei concorrenti.

Il prezzo alto, caro, troppo caro mi dissero tutti in coro. La qualità mi fu nemica quella sera.

Assaporo ancora adesso la delusione, l’amaro in bocca.

Fu proprio quella sera che, trovandomi a guardare un limpidissimo cielo stellato di aprile, decisi di dare una svolta alla mia vita.

Giurai a me stesso che non avrei mai più dovuto rimanere deluso, ma che anzi, delusi sarebbero stati i clienti che non avessero capito il mio messaggio di qualità. Io sarei andato avanti per la mia strada ad ogni costo.

Anni dopo, facciamo una decina, mi trovavo per una questione importantissima di lavoro, a Parigi. Alla sera girovagando finii al Duc des Lombards, uno storico e tanto tanto fumoso (denso di fumo…) jazz club. Le note di uno sconosciuto quartetto capeggiato da un sassofonista italiano, mi accompagnarono poi per la notte parigina, camminando lungo la Senna in cerca del mio albergo, forse con qualche bicchiere di whisky di troppo in corpo.

Le macchine spazzatrici lavavano le strade dopo i bagordi notturni di Saint Germain. Seduto con un immancabile compagna bionda nella mia mano sinistra,  guardai in alto e vidi un cielo stellato , limpido, mi ritornò tutto alla mente. Come un nastro che rapidamente si riavvolge.

Mi sovvenni esattamente di quella sera di delusione immensa di anni prima, davanti ad un prato che confinava con il mio piccolo ufficio di qualche metro quadro, il cielo stellato era lo stesso, ma le prospettive erano cambiate, totalmente.

La qualità da me scelta, alla lunga aveva pagato lo sapevo, lo sentivo da sempre.

Ora avevo in tasca un contratto importantissimo, che mi avrebbe garantito come uno scherzo scherzo del destino, notorietà, fama e guadagno.

Distributore ufficiale per l’Italia, delle allora più prestigiose forbici da parrucchiere al mondo!

Ancora oggi conservo da qualche parte in ufficio, il preventivo fatto quella sera di amara delusione.

Ogni tanto lo rispolvero e lo guardo con un sorriso nostalgico.

P.S: per chi non lo sapesse, il 28 febbraio compio gli anni, mi fa piacere rispolverare questo ricordo, visionario, lontano nel tempo, ma che ancora adesso mi motiva ogni giorno…

 

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