Si può fare!

Si può fare…..

Il progetto Bmac parte da molto lontano. Parte da un giorno grigio d’inverno.

Mi trovavo lontano da casa.

Solo visi sconosciuti ed una notte di paure.

Il giorno dopo avrei incontrato Lui.

Lui.

Sapevo che Lui era il migliore, il numero uno come si usa dire.

Dopo mezzora di incontro e discussione con Lui le mie mani ero diventate un intreccio nervoso di dita, muscoli e vene.

Ma Lui non ne voleva sapere.

Lui non voleva.

Diceva che in fondo non gli importava molto di unirsi  in un progetto ambizioso e un po folle. Lui che forte e saggio mi scrutava negli occhi per capire le mie vere intenzioni. Mi intimoriva. I suoi silenzi , lunghi, impenetrabili, erano una mossa strategica o facevano parte del suo carattere?

Lo avrei scoperto col tempo.

Nel frattempo arrivò un tè, giapponese ovviamente. A Lui bastò unire le mani e farle schioccare.

Come  d’incanto la tensione calò. Sul suo viso segnato dalle stagioni forti di quel posto meraviglioso che è il Nord del Giappone, si delineò un sorriso, un mezzo sorriso a dire il vero. Per me, fu il Segnale. Il segnale che aspettavo. Un cenno di consenso.

Sì, lo avevo convinto!

Lui disse, me lo ricordo come fosse ora: ” si può fare”.

Finì sorseggiando saggiamente il suo tè, amaro, giallo, giapponese.

Tutto finì lì.

Dopo un viaggio lunghissimo, durato venti giorni in cerca dei migliori artigiani giapponesi rimasti, tutto svanì. La tensione, i dubbi , le paure di non trovare il meglio.

Lui  aveva detto semplicemente “si si può fare”.

Lui si congedò.

Di quel giorno meraviglioso, profondo, mi rimangono due  scatti che più di ogni altra parola dicono tutto……

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